Ritorna a Laorca la Via Crucis 'dei 109 passi', il 9
Ritorna, alla vigilia della Settimana Santa, il cammino di fede della Via Crucis verso le grotte di Laorca. Sarà celebrata venerdì 8 aprile, alle ore 16.30, con ritrovo alla prima cappella della Via Crucis stessa. La celebrazione sarà guidata da don Claudio Maggioni, parroco della comunità pastorale beati Mazzucconi e Monza.
C’è una storia di preghiera e di fede che percorre la Via Crucis nell’area cimiteriale di Laorca: già nel lontano 1770 le cappelle della passione di Gesù accompagnavano la salita verso la chiesetta di San Giovanni ai Morti. C’è stata la Via Crucis del 1919, opera di Luigi Tagliaferri di Pagnona. Ora si trova quella degli anni ’90 del Novecento, con quindici “fermate”, compresa quella conclusiva della Resurrezione di Cristo Signore. Si deve al lungo ed appassionato lavoro di Paulo, pittore lecchese nativo di Laorca, pronipote di quel Giuseppe Gerosa, fu Paolo, che volle la Via Crucis del Tagliaferri. Il lavoro di Paulo è stato completato dopo cinque anni di notevole impegno.
Tutte le cappelle sono pubblicate, con quindici tavole a colori, nella parte terminale del libro “A 109 passi della chiesa di Laorca – Fede e storia intorno alle grotte”, pubblicato per iniziativa del compianto parroco don Angelo Galbusera nel 1989.
Il percorso si allunga sui “109 passi e mezzo” che l’arcivescovo di Milano Gaspare Visconti contava nella visita del 1589, quando saliva dalla chiesa dei Santi Pietro e Paolo, in Laorca, sino all’oratorio di San Giovanni ai Morti, dove notava la parete fortemente inzuppata d’acqua filtrante dalla confinante roccia.
La Via Crucis alle grotte di venerdì porterà a ricordare che anche in anni abbastanza recenti, come in una serata di anticipata primavera dell’aprile 1993, si svolse la Via Crucis del venerdì santo, che prendeva avvio da Malavedo, risalendo tutta la vallata del Gerenzone sino a San Giovanni ai Morti. Il momento più suggestivo è stata la deposizione della statua di Cristo morto nella chiesa del cimitero. Si tratta di una statua donata nel 1935 alla parrocchia di Laorca dall’allora fiorente Confraternita del Santissimo Sacramento, i popolari “Sancarlini” dalla mantellina scarlatta e dalla bianca tunica con cingolo rosso, che accompagnavano le cerimonie liturgiche più solenni. La statua rappresenta in misure naturali Cristo morto e si deve ad artigiani scultori della Val Gardena.
C’è una storia di preghiera e di fede che percorre la Via Crucis nell’area cimiteriale di Laorca: già nel lontano 1770 le cappelle della passione di Gesù accompagnavano la salita verso la chiesetta di San Giovanni ai Morti. C’è stata la Via Crucis del 1919, opera di Luigi Tagliaferri di Pagnona. Ora si trova quella degli anni ’90 del Novecento, con quindici “fermate”, compresa quella conclusiva della Resurrezione di Cristo Signore. Si deve al lungo ed appassionato lavoro di Paulo, pittore lecchese nativo di Laorca, pronipote di quel Giuseppe Gerosa, fu Paolo, che volle la Via Crucis del Tagliaferri. Il lavoro di Paulo è stato completato dopo cinque anni di notevole impegno.
Tutte le cappelle sono pubblicate, con quindici tavole a colori, nella parte terminale del libro “A 109 passi della chiesa di Laorca – Fede e storia intorno alle grotte”, pubblicato per iniziativa del compianto parroco don Angelo Galbusera nel 1989.
Il percorso si allunga sui “109 passi e mezzo” che l’arcivescovo di Milano Gaspare Visconti contava nella visita del 1589, quando saliva dalla chiesa dei Santi Pietro e Paolo, in Laorca, sino all’oratorio di San Giovanni ai Morti, dove notava la parete fortemente inzuppata d’acqua filtrante dalla confinante roccia.
La Via Crucis alle grotte di venerdì porterà a ricordare che anche in anni abbastanza recenti, come in una serata di anticipata primavera dell’aprile 1993, si svolse la Via Crucis del venerdì santo, che prendeva avvio da Malavedo, risalendo tutta la vallata del Gerenzone sino a San Giovanni ai Morti. Il momento più suggestivo è stata la deposizione della statua di Cristo morto nella chiesa del cimitero. Si tratta di una statua donata nel 1935 alla parrocchia di Laorca dall’allora fiorente Confraternita del Santissimo Sacramento, i popolari “Sancarlini” dalla mantellina scarlatta e dalla bianca tunica con cingolo rosso, che accompagnavano le cerimonie liturgiche più solenni. La statua rappresenta in misure naturali Cristo morto e si deve ad artigiani scultori della Val Gardena.