Lecco: 'l'effetto sacco rosso' spinge la differenziata al 75%. Ora si attendono... i risparmi
Lecco aspira a entrate nella top 10 nazionale quanto a raccolta differenziata. E non certo per “vanto” ma anche e soprattutto quale riconoscimento del “cambio culturale” attuato dai cittadini e del lavoro svolto dagli operatori direttamente sul campo. L'obiettivo, oggi, è alla portata. A sospingere la scalata della classifica, l'effetto sacco rosso. “Ha funzionato brillantemente” ha dichiarato l'assessore Renata Zuffi parlando della novità che ha interessato il capoluogo da luglio 2021, snocciolando poi alcuni dati a cominciare proprio dall'aumento della percentuale della raccolta differenziata: con il primo bimestre 2022 è stata raggiunta quota 75%.
Il 2021 si era chiuso al 71%, dato già incoraggiante rispetto al 66% di partenza riferito al 2020, soglia di fatto ferma da sei anni. Gli aumenti più consistenti hanno interessato l'organico e il sacco viola, mentre la frazione indifferenziata ha fatto registrare un – 25%, a riprova di come i cittadini lecchesi si stiano impegnando maggiormente nel separare correttamente l'umido così come la plastica e l'alluminio.
Grazie al codice identificativo presente sui sacchi rossi, è stato poi possibile studiare l'andamento dei conferimenti. L'80% delle famiglie lecchesi, nel primo bimestre 2022, ha esposto il proprio indifferenziato massimo due volte nell'arco di un mese, il 14% tre volte e solo il 4% dei nuclei 4 volte.Ciò dimostra in primis che le dimensioni dei sacchi sono giuste: se fossero troppo piccoli – come aveva lamentato qualcuno al momento della consegna – verrebbero riempiti più frequentemente con cadenza settimanale e per una fetta della popolazione si sarebbe dovuta registrare la corsa all'acquisto di pezzi aggiuntivi, che non c'è stata. Dall'altra tali percentuali – come argomentato dall'assessore alla partita – spingono a ragionamenti su un'eventuale riorganizzazione del servizio di raccolta, oggi settimanale, andando poi verso una maggiore personalizzazione soprattutto per quanto riguarda invece determinate categorie di utenza non domestica.L'assessore Renata Zuffi
“Le famiglie lecchesi hanno accettato la sfida, l'hanno raccolta e fatta propria” ha aggiunto Renata Zuffi commentando anche le non conformità rilevate, oggi pari al 5% tra le utenze domestiche, percentuale più o meno sovrapponibile, con piccole oscillazioni, in tutti i rioni cittadini, anche quelli con maggiore concentrazione di condomini di grosse dimensioni, realtà all'interno delle quale avrebbero potuto crearsi sacche di “non adeguamento” alle nuove regole. L'asticella sale di poco per le utenze commerciali.68 complessivamente i verbali redatti (in parte ancora da recapitare). Poche dunque a livello cittadino le multe elevate, dopo la fase di tolleranza, per lo più proprio per il mancato utilizzo del sacco rosso. “In alcune vie è bastata sola la presenza del vigile” ha confermato il direttore di Silea Pietro D'Alema, aggiungendo come l'introduzione dei sacchi con codice di riconoscimento non abbia portato ad un aumento del pattume gettato per strada nei cestini. Una considerazione, questa, suffragata anche da un esperimento condotto in altri comuni dove sono stati espressamente contate le buste “abbandonate” prima e dopo la novità “sacco rosso” non rilevando incrementi. “Non è cambiato nulla, forse solo la percezione. Ora ci si fa più attenzione”.
Da ultima una considerazione sull'atteso risparmio nelle tasche dei cittadini. Se una maggiore differenziazione porta infatti a ridurre i costi di smaltimento di ciò che va all'inceneritore e ai ricavi propri della separazione, quando la TARI dei lecchesi si alleggerirà?
“Non siamo ancora arrivati alla tariffazione puntuale” risponde la delegata della Giunta Gattinoni, citando dunque il principio del “si paga per quel che si conferisce”. Da capire, anche grazie all'esperienza di comuni pilota, quale modello concretamente adottare per centrare questo obiettivo. Un modello che probabilmente – ha anticipato il dr. D'Alema – non potrà essere quello del “pesiamo ogni singolo sacco”, come pareva all'inizio, per ragioni anche di limiti tecnici. Più probabile che in un futuro prossimo si arriverà a pagare per il numero di sacchi rossi che verranno ritirati dalle singole famiglie. Con la possibilità poi di estendere il “chip” e dunque la tracciabilità anche al sacco viola, per ragioni di controllo, scongiurando venga utilizzato quale alternativa (gratuita) all'altro, in una logica basata su azioni quali censire, controllare e standardizzare (in tutta la provincia).
A.M.