Lecco: tanti intrecci nella mostra 'Le Montagne Grandi' di Luisa Rota Sperti
Intreccio. Si può scegliere questa parola come filo conduttore del racconto dell’inaugurazione della mostra “Le Montagne Grandi” dell’artista Luisa Rota Sperti, allestita presso le scuderie di Villa Manzoni a Lecco a cura di Stefano Masciovecchio. Nella fredda serata di sabato 5 marzo si sono intrecciate innanzitutto le premesse di Simona Piazza, assessore alla Cultura, che ha presentato l'esposizione con un breve discorso introduttivo.
“Riapriamo le scuderie di Villa Manzoni agli eventi culturali con una mostra cara al nostro territorio, dove tanti cittadini amano la montagna. Le opere di Luisa Rota Sperti raccontano la vita degli uomini che attraversano queste vette così importanti. Ringrazio l’artista per il suo intenso lavoro che continua nel tempo”, le sue parole.
Sulla sinistra Simona Piazza e Barbara Cattaneo
Si sono intrecciati poi gli interventi di Barbara Cattaneo, direttrice delle gallerie d’arte del Sistema museale lecchese e responsabile degli allestimenti temporanei, della stessa Luisa Rota Sperti e di Alberto Benini, storico dell’alpinismo. “Questa è una delle 18 mostre che ospiteremo quest’anno tra Palazzo Paure, Villa Manzoni e Torre Viscontea” ha evidenziato la dottoressa Cattaneo, che poi ha aggiunto: “Il lavoro di Luisa Rota Sperti è quello di una miniaturista contemporanea che utilizza una tecnica veramente incredibile”. “Trovo il termine miniaturista perfetto per descrivere la sua capacità di addentrarsi in particolari che rischiano di sfuggire. Un modo di disegnare che, pur sembrando antico, ci richiama ad uno sforzo di interpretazione personale come fa l’arte moderna” ha sostenuto Alberto Benini, per poi sottolineare come “questi quadri interroghino chi li guarda obbligando a cercare di ricostruire una storia frutto di un intreccio”.
“Questo ciclo si colloca all’interno di un percorso che parte dall’opera intitolata “Dalle cattedrali della terra ai sentieri del cielo”. È frutto di una serie di mie riflessioni sulla vita e sulla morte” ha raccontato Luisa Rota Sperti, che poi ha specificato che “queste opere sono realizzate su cartone conservazione canson, che viene usato per incorniciare le stampe. L’ho trovato in Brera a Milano. È come disegnare sul cotone, una delizia”. Dopo aver confermato che anche nei musei da lei diretti si prediligono questi materiali, la dottoressa Cattaneo ha aggiunto che “l’arte di Luisa Rota Sperti sembra quasi astratta per come l’elemento realistico è fuso nel disegno. Ogni montagna è un racconto”.
Luisa Rota Sperti
Quanto tale racconto sia frutto di un intreccio l’artista lo ha spiegato dopo una domanda del pubblico. “Questo lavoro è simile a un demone: quando ti prende, istintivamente diventa la tua priorità” ha affermato Luisa Rota Sperti per poi continuare sostenendo che “si è trattato di leggere furiosamente tante storie su ognuna di queste montagne, prendere appunti, raccogliere emozioni. Alla fine, ho formulato la mia particolare narrazione intrecciando tanti elementi di queste storie, tante sensazioni di queste vite”.
Sulla destra Alberto Benini
Si uniscono anche il lavoro della pittrice e la cultura di Alberto Benini, nell’ambito di una collaborazione ormai trentennale che lo storico dell’alpinismo ha descritto davanti al quadro raffigurante il Cerro Torre. “Attingendo alla libreria di famiglia, ho fornito a Luisa alcuni volumi come punti di partenza da cui indagare le vicende legate ad ogni montagna. Partendo dai miei spunti, poi, l’artista ha ovviamente portato avanti il suo lavoro di ricerca in modo assolutamente personale” ha raccontato il dottor Benini, il quale poi ha evidenziato come “le frasi poste a lato di ogni quadro siano state scritte con un obiettivo simile: fornire allo spettatore delle chiavi di lettura da cui partire per sviluppare un proprio percorso di osservazione e comprensione di ogni quadro”.
“Reinhold Messner lo ha capito fin da subito: io non parlo di alpinismo. Questi quadri raccontano la storia dell’avventura, la storia di uomini che sono andati a sfidare la natura” ha affermato con voce vibrante Luisa Rota Sperti. E questo non è solo un richiamo a Bilbo Baggins, ma anche una perfetta sintesi del significato di questa mostra, visitabile fino al 24 aprile. La storia dell’avventura.
A.Be.