Lecco, viabilità: la terza corsia 'doppia', il lungolago senza cisterne e il 'restate uniti'
Il Prefetto ieri, a Villa Locatelli, salutando idealmente tutti i sindaci della Provincia in vista del suo imminente trasferimento a Ravenna, lo ha detto chiaro: la vera emergenza lecchese è quella viabilistica. E come tutte le emergenze di una certa portata va affrontata facendo fronte comune.
Il prefetto Castrese De Rosa, il presidente della Provincia Alessandra Holfamann,
il delegato alla viabilità Mattia Micheli e il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni
Un messaggio il suo chiaramente non ad personam. Eppure in sala a qualcuno potrebbero essere fischiate le orecchie. Il sindaco di Lecco, non nuovo a cambiare le carte in tavola, calando all'improvviso i propri assi – si veda per esempio la questione del nuovo palazzo municipale – starebbe spingendo infatti per ottenere “qualcosa in più” rispetto alla terza corsia in entrata sul ponte Manzoni. Gattinoni – e la cosa è ormai pubblica – vorrebbe, fortissimamente vorrebbe, portare a casa anche una terza corsia in uscita. Bene ma non benissimo. E non solo perché le risorse sono quelle che sono e l'urgenza di cantierizzare l'opera dovrebbe portare a non tirare troppo la corda.
L'immissione a Pescate sul ponte Manzoni
Parrebbe infatti che – per ragioni di spazi – assecondare una tal richiesta, dettata evidentemente dal voler massimizzare il vantaggio per la città, significherebbe far saltare lo svincolo di Pescate in ingresso sulla ss36, con tutto il traffico proveniente da sud deviato dunque attraverso la nascente terza corsia al Bione che diventerebbe così snodo viabilistico cruciale per l'ingresso in Lecco e per l'accesso in nord alla superstrada. Vanificando però – sostengono i detrattori – lo scopo ultimo della terza corsia stessa, vista nelle intenzioni dei proponenti, in primis il sindaco di Pescate Dante De Capitani, appoggiato anche dalla Provincia, come una terza via d'accesso a Lecco, per evitare la formazione di code, da aggiungersi al ponte Manzoni stesso e al ponte Kennedy. Rinunciando alla svincolo e quindi all'accesso diretto alla super si sarebbe punto e a capo. Tanto più se non se non si dovesse arrivare al bandolo della matassa per quanto riguarda la riapertura in entrata del Ponte Vecchio, almeno in alcune fasce orarie, come chiesto dalla Provincia. E mentre dunque per la terza corsia pare proprio che qualcuno in qualche modo “tergiversi” per arrivare a una in conferenza dei servizi, sembrerebbero non mancare le pressioni su altro fronte viabilistico. Il lungolago di Lecco. Se al momento del lancio del concorso per il nuovo waterfront, la necessità di dover coniugare la fruibilità pedonale con il passaggio dei mezzi pesanti impossibilitati a imboccare l'attraversamento era stata presentata come inderogabile, la nuova amministrazione pare voglia invece “fare di più”. “Interrare” anche le cisterne: un sogno realizzabile? Forse. Il tema è stato messo sul piatto. E un problema del tombotto in cui scorre il Gerenzone prima di sfociare a Lago potrebbe diventare il punto su cui fare leva, insieme all'ordinanza di limitazione della portata del “ponte”. Egoisticamente, anche in questo caso, sottolinea già qualcuno, evidenziando come il lungolago “pedonale” sacrificherebbe, in nome delle volontà di qualcuno, un'alternativa alla 36 in caso di necessità. “Non dividetevi”, ha detto ieri De Rosa. Profetico, forse.
A.M.