La tradizione di Sant'Agata nel lecchese: saltano ancora le cene
Sant’Agata, il 5 febbraio, si identifica con la festa delle donne sposate. Si vuole infatti che le “maritate” lascino il consorte a casa tra pentole e fornelli per andare al convivio con amiche, a un cenone di sole componenti del gentil sesso. Quest’anno, però, le iniziative di questo tipo saltano, come già avvenuto del resto l’anno scorso, per i provvedimenti sanitari contro il Covid-19.
Sant’Agata si festeggia anche a Pescate dove, alle vecchie “Pescaline”, si trova una delle prime chiese della Pieve di Lecco. L’edificio sacro venne visitato da San Carlo Borromeo nel secolo XVI. Era ancora meta delle processioni primaverili dei lecchesi, per le Rogazioni della stagione agricola nei campi, nel primo decennio del Novecento, come da documenti raccolti dal compianto, ma non certo dimenticato, Maurino Nava, sindaco e per 40 anni in Consiglio Comunale.
Pescate ricordava Sant’Agata celebrando una Messa pomeridiana nella chiesetta alle prime pendici del Barro, sul panorama verso il tratto del fiume Adda che per alcuni è quello dell’Addio Monti; seguivano il bacio della reliquia e un “momento laico” con un popolare rinfresco sul piccolo sagrato a cura della volontaria parrocchiale Rita Frigerio Pirovano, che era anche capogruppo di minoranza con il primo cittadino Enrico Valsecchi. Nelle più recenti cerimonie della festa di Sant’Agata l’Amministrazione Comunale è stata rappresentata dal vice sindaco Miriam Lombardi.
Le dimensioni ridotte della chiesa avrebbero ora pesantemente limitato la partecipazione popolare, dovendo rispettare le distanze stabilite dalle norme sanitarie. Una Messa viene celebrata alle ore 18.00 di sabato 5 febbraio nella parrocchiale di Santa Teresa in Pescate, secondo il normale programma prefestivo.
Festa di Sant’Agata, infine, anche a Oggiono, che vedeva il “colore” delle bancarelle intorno alla trecentesca chiesetta del vecchio nucleo. Era la seconda chiesa del paese, dopo la prepositurale di Santa Eufemia. Quella di Sant'Agata viene registrata nel “Liber Notitiae Sanctorum Mediolani” di Goffredo da Bussero già nel XIII secolo.
Per quanto riguarda i cenoni, sono ridimensionati o cancellati dalle vigenti norme sanitarie. Tra questi era radicata tradizione quello presso il Circolo Pio X, nel quartiere lecchese di Rancio. Numerosa era la partecipazione di donne maritate, ma anche nubili: salta purtroppo anche quest’anno, con la speranza di un appuntamento per il 2023.
Nel territorio provinciale antichissima e solenne è la festa di Sant’Agata a Tremenico, in Valvarrone, menzionata nell’interessante pubblicazione sulla ritualità sacra e profana nel’area prealpina dal lecchese al Ticino, alla ricerca di valori e tradizioni senza confini, curata da Morsetta Monò. Le donne indossano il 5 febbraio il costume tradizionale; il paese si veste a festa, le campane vengono suonate con la tastiera. Dopo il momento religioso del mattino, con la Messa solenne in Parrocchiale, il pomeriggio e la serata sono riservati a momenti di sana allegria.
Le partecipanti ad una tradizionale cena di Sant'Agata al Circolo Pio X di Rancio in Lecco
Pescate ricordava Sant’Agata celebrando una Messa pomeridiana nella chiesetta alle prime pendici del Barro, sul panorama verso il tratto del fiume Adda che per alcuni è quello dell’Addio Monti; seguivano il bacio della reliquia e un “momento laico” con un popolare rinfresco sul piccolo sagrato a cura della volontaria parrocchiale Rita Frigerio Pirovano, che era anche capogruppo di minoranza con il primo cittadino Enrico Valsecchi. Nelle più recenti cerimonie della festa di Sant’Agata l’Amministrazione Comunale è stata rappresentata dal vice sindaco Miriam Lombardi.
Le dimensioni ridotte della chiesa avrebbero ora pesantemente limitato la partecipazione popolare, dovendo rispettare le distanze stabilite dalle norme sanitarie. Una Messa viene celebrata alle ore 18.00 di sabato 5 febbraio nella parrocchiale di Santa Teresa in Pescate, secondo il normale programma prefestivo.
Festa di Sant’Agata, infine, anche a Oggiono, che vedeva il “colore” delle bancarelle intorno alla trecentesca chiesetta del vecchio nucleo. Era la seconda chiesa del paese, dopo la prepositurale di Santa Eufemia. Quella di Sant'Agata viene registrata nel “Liber Notitiae Sanctorum Mediolani” di Goffredo da Bussero già nel XIII secolo.
Per quanto riguarda i cenoni, sono ridimensionati o cancellati dalle vigenti norme sanitarie. Tra questi era radicata tradizione quello presso il Circolo Pio X, nel quartiere lecchese di Rancio. Numerosa era la partecipazione di donne maritate, ma anche nubili: salta purtroppo anche quest’anno, con la speranza di un appuntamento per il 2023.
A.B.