Lecco, rigenerazione della città: dopo il verde, il blu dei torrenti
Verde e fiumi sono le aree da cui l’amministrazione comunale lecchese ha scelto di partire per ridisegnare l’identità della città. Se dei piani per i “corridoi verdi” l’assessore Renata Zuffi ha già parlato (QUI), giovedì sera è stata la volta dei torrenti. Il punto di partenza è lo studio di pre-fattibilità offerto dai tre studi incaricati: quello dell’architetto Zuanier per il Caldone, quello di Montanelli per il Gerenzone e quello di Kipar per il progetto di riqualificazione del Bione.
“Questo perché ogni fiume è differente dall’altro ed è proprio la rispettiva identità che con questo lavoro vogliamo ritrovare e ricostruire” ha chiarito la titolare dell’ambiente. Le vocazioni individuate dagli esperti, oltre a quella “sportiva” del Bione, sono quella “naturalistica” per il Caldone e quella che richiama all’archeologia industriale per il Gerenzone.
Per questo la riqualificazione del torrente Caldone, da Bonacina alla Canottieri, punterà su un suo potenziamento in chiave turistica e per la vivibilità da parte dei cittadini di Lecco, con un’attenzione particolare sul tratto finale del fiume: l’ipotesi è quella di una nuova area ciclo-pedonale in viale Dante affiancata da una roggia, che permetta la valorizzazione degli itinerari manzoniani e, risalendo, la creazione di nuovi orti urbani nella zona di via Lusciana e via Ca Bagaglio.
Per il Gerenzone si è scelto di perseguire nel percorso intrapreso da qualche anno che va nella direzione della valorizzazione del patrimonio storico e dell’archeologia industriale, per dare ai rioni coinvolti delle nuove occasione di sviluppo urbano negli Ambiti di trasformazione urbana e nelle aree dismesse, creando allo stesso tempo degli spazi per vivere quei tratti naturali ancora presenti, così come i centri rionali. Per quanto riguarda la foce l’idea è quella di partire dal lavatoio Stoppani e ripercorrere a ritroso il torrente attraverso la voce guida dell’illustre lecchese.La proposta per il Bione, già nota, è quella di creare un percorso sportivo tra il lago e le montagne e di rinaturalizzazione dell’Oasi del Bione. “In realtà il tema della foce è fondamentale per tutti e tre i fiumi - ha aggiunto Zuffi -: perché la foce è il luogo che ci permette di agganciare questo lavoro al progetto del lungolago e ai sistemi ciclopedonali rispetto alla mobilità”.“La riqualificazione dei ‘raggi verdi-blu’ sviluppa concretamente quella Lecco 2030 presentata con il Masterplan di Andreas Kipar - spiega il Sindaco di Lecco Mauro Gattinoni - Investire sulle aste fluviali vuol dire riscoprire il DNA industriale di Lecco, valorizzare quel patrimonio storico e culturale dei suoi rioni, unire lago, città e montagne attraverso percorsi sicuri che intersecano i parchi cittadini (“raggi verdi”), recuperare spazi per attività quotidiane. Il nostro compito ora è recuperare le risorse necessarie intercettando le occasioni che i bandi europei, nazionali e regionali offriranno”.