Ecco la 'nuova Piccola' immaginata da due ingegneri del Politecnico (in linea con la visione dell'amministrazione comunale)
Il mercato coperto, un lounge bar e un “food-district” e naturalmente eventi. Perché quell’area, nel frattempo trasformata in parco urbano, sia un punto di riferimento, un luogo aperto a tutti. E anche una cerniera tra diverse parti della città. E’ il progetto contenuto nella tesi di laurea di due neoingegneri del Polo lecchese del Politecnico, Tiziano Guglielmi ed Eleonora Massone (docenti: Angela Colucci, Laura Elisabetta Malighetti ed Edoardo Oliviero Radaelli).
“La riconoscibilità dell’intervento a scala urbana sta nella rivalutazione e nella reinterpretazione dello spazio vuoto, in un contesto fittamente urbanizzato e sempre più centrale. L’intervento proposto per l’area fa comprendere la presenza di nuove funzioni in essa attraverso una riscoperta della permeabilità dello spazio da più fronti urbani, costituendo quindi un’estensione ideale del centro cittadino" spiegano i due autori.
Punto di partenza è il concetto che quest’area dovrà diventare il biglietto da visita della città e dovrà svolgere soprattutto una funzione pubblica: tutti potranno utilizzarla e dovrà essere polo d’attrazione in maniera continuativa.
Saranno gli edifici esistenti (appunto le “stecche”) a ospitare mercato coperto, lounge-bar e il cosiddetto food-district vale a dire una serie di locali con diverse proposte culinarie. La ristrutturazione dei vecchi stabili – oltre a prevedere interventi di consolidamento e adeguamento antisismico – contempla anche aperture e grandi vetrate che consentano un dialogo tra esterno e interno «perché si dice sempre che il confine tra dentro e fuori è destinato a scomparire».
E poi c’è lo spazio esterno, con un’attenzione al rapporto con il paesaggio cittadino che sono poi – dicono i due neoingegneri – i paesaggi descritti nei “Promessi sposi” di Alessandro Manzoni e quindi il lago e le montagne e la necessità di collegare sguardi e spazi.
Lo spazio esterno dovrà quindi essere un parco urbano con spazi per i giochi dei bambini e sport all’aperto, luoghi di incontro e una pista ciclopedonale che funga anche da raccordo con le altri parti della città: il lago da raggiungere lungo la via Como, la stazione ferroviaria servendosi del ponte già esistente e, appunto, le scuole che sorgono sopra la linea ferroviaria. Uno spazio che dovrà essere pensato complessivamente come il salotto della città e gli stessi spazi verdi dovranno essere studiati nel dettaglio, con la scelta di determinate essenze in base alla destinazione che si vuol dare a questo o quell’angolo dell’area. E finiture particolari: molto chiare e drenanti in modo che – assieme alla posa di piante – contribuiscano ad abbassare di cinque gradi le temperature estive così che la frequentazione possa essere gradevole anche nelle giornate più torride.
Tiziano Guglielmi ed Eleonora Massone
“Sistema Lecco. Piccola. Città resiliente. Riscoperta del sistema urbano lecchese (montagna-città-lago) e della sua capacità di adattarsi costruendo risposte sociali, economiche e ambientali nuove”: questo il titolo di un elaborato che va a incrociare una delle sfide dell’amministrazione comunale dei prossimi anni quando proprio sulla riorganizzazione di quella quell’area si giocheranno carte destinate a condizionare per anni la vita cittadina, confidando che questa volta non si ripetano gli errori commessi quando vennero riconvertite altre grandi aeree industriali dismesse nel perimetro urbano sprecando un’occasione d’oro per riconfigurare intelligentemente interi quartieri.Clicca sull'immagine per ingrandirla
Va detto che lo studio di Guglielmi e Massone – laureatisi in ingegneria edile-architettura con il voto di 110 il primo e 104 la seconda – sembra peraltro essere allineato con quanto già prospettato dall’amministrazione comunale e magari qualche spunto potrà anche fornirlo quando verrà il momento di intervenire concretamente.“La riconoscibilità dell’intervento a scala urbana sta nella rivalutazione e nella reinterpretazione dello spazio vuoto, in un contesto fittamente urbanizzato e sempre più centrale. L’intervento proposto per l’area fa comprendere la presenza di nuove funzioni in essa attraverso una riscoperta della permeabilità dello spazio da più fronti urbani, costituendo quindi un’estensione ideale del centro cittadino" spiegano i due autori.
Punto di partenza è il concetto che quest’area dovrà diventare il biglietto da visita della città e dovrà svolgere soprattutto una funzione pubblica: tutti potranno utilizzarla e dovrà essere polo d’attrazione in maniera continuativa.
Saranno gli edifici esistenti (appunto le “stecche”) a ospitare mercato coperto, lounge-bar e il cosiddetto food-district vale a dire una serie di locali con diverse proposte culinarie. La ristrutturazione dei vecchi stabili – oltre a prevedere interventi di consolidamento e adeguamento antisismico – contempla anche aperture e grandi vetrate che consentano un dialogo tra esterno e interno «perché si dice sempre che il confine tra dentro e fuori è destinato a scomparire».
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Accanto all’esistente, il progetto prevede la realizzazione di un nuovo complesso, una struttura polivalente articolata in tre volumi affacciati su una corte e con tre temi all’ordine del giorno: arte e cultura, spazi per gli studenti in particolare delle scuole superiori che sorgono oltre la linea ferroviaria, inclusioni sociale con attività di volontariato. La peculiarità architettonica dei tre nuovi edifici è che la disposizione interna degli spazi sarà completamente mobile e quindi riconfigurabile in ogni momento.E poi c’è lo spazio esterno, con un’attenzione al rapporto con il paesaggio cittadino che sono poi – dicono i due neoingegneri – i paesaggi descritti nei “Promessi sposi” di Alessandro Manzoni e quindi il lago e le montagne e la necessità di collegare sguardi e spazi.
Lo spazio esterno dovrà quindi essere un parco urbano con spazi per i giochi dei bambini e sport all’aperto, luoghi di incontro e una pista ciclopedonale che funga anche da raccordo con le altri parti della città: il lago da raggiungere lungo la via Como, la stazione ferroviaria servendosi del ponte già esistente e, appunto, le scuole che sorgono sopra la linea ferroviaria. Uno spazio che dovrà essere pensato complessivamente come il salotto della città e gli stessi spazi verdi dovranno essere studiati nel dettaglio, con la scelta di determinate essenze in base alla destinazione che si vuol dare a questo o quell’angolo dell’area. E finiture particolari: molto chiare e drenanti in modo che – assieme alla posa di piante – contribuiscano ad abbassare di cinque gradi le temperature estive così che la frequentazione possa essere gradevole anche nelle giornate più torride.
D.C.