Tra contagi, confusione e timori anche nel lecchese sfilza di disdette per il cenone di Capodanno
Il Natale non è andato come si sperava, ma il peggio non sembra ancora essere passato. Sono festività decisamente sottotono quelle che stanno vivendo i ristoratori italiani, con Lecco e il territorio circostante che non fanno eccezione: la pandemia è tornata a farsi sentire con forza - anche se in realtà non è mai cessata - con tutte le conseguenze del caso per i singoli cittadini e per le attività economiche, ancora strette nella morsa di restrizioni e misure da rispettare, senza dimenticare lo spettro all'orizzonte di nuove chiusure.
E quest'oggi da Marco Caterisano (FIPE Lecco) è arrivato anche l'appello ai gestori di bar e ristoranti a prestare la massima attenzione in vista dei festeggiamenti per San Silvestro, ricordando che "nei locali dove è prevista la musica gli avventori presenti dovranno stare seduti ai tavoli", essendo "vietato qualsiasi tipo di ballo all'interno". Sempre con un occhio di riguardo anche al rischio assembramenti e alla musica, che nel capoluogo andrà spenta alle 24.00 dato che l'Amministrazione Comunale non ha stabilito la deroga acustica fino alle 2.00 dell'1 gennaio. Ma al di là delle nuove misure, è la situazione generale a preoccupare gli imprenditori, a pochi giorni da un Capodanno che si preannuncia ben poco "vivace" e dall'inizio di un 2022 ancora pieno di incertezze.
"In questi giorni, solitamente intensi, abbiamo occupato circa il 30% dei coperti consentiti, e probabilmente la situazione si ripeterà uguale il 31 e l'1, tanto che stiamo persino valutando di chiudere nel fine settimana per evitare di lavorare in perdita" ha commentato Sam Boutriq, titolare del "Soqquadro" in piazza Era a Pescarenico. "Le cose potrebbero andare un po' meglio al Surreal (l'altro locale di sua proprietà, in via Mascari, ndr.), dato che in centro c'è più movimento, ma non ci aspettiamo grandi cose, quella di venerdì sarà una serata come le altre. Penso che a breve ci attenderanno altre restrizioni, per esempio ulteriori limiti alla capienza come nei mesi scorsi, ma non potremo fare altro che adeguarci".
A ridurre il numero dei clienti, qui come altrove, sono soprattutto le tante disdette, che sembrano aumentare di giorno in giorno. "Per il 31 siamo passati da 120 a 60 prenotazioni, e siamo solo a martedì" ci ha detto Paolo Redaelli del "Kalkerin" (e "Barbera & Champagne") di Garlate, dicendosi moderatamente soddisfatto della giornata di Natale - "pur con un calo evidente del lavoro" - ma non di quella di Santo Stefano, "la prima in assoluto senza tavoli riservati in anticipo". "Anche io penso che a inizio anno qualcosa cambierà, la zona gialla è nell'aria" ha aggiunto, confermando il pensiero del collega Roberto Cantù dell'omonima trattoria a Olginate. "Io temo che ci faranno direttamente chiudere, dopo il 10" ha commentato quest'ultimo. "Per gennaio non sarebbe una tragedia perchè solitamente è un mese molto tranquillo, almeno per noi, ma chiaramente non potremmo andare avanti così a lungo. A Natale, con le tante cancellazioni, abbiamo fatto una sessantina di coperti sui circa 90 previsti inizialmente, mentre per il 31 ne sono già saltati 40 su 120: alcuni disdicono perchè contagiati, altri perchè in quarantena, altri ancora per paura. In più c'è tanta confusione, in molti ci chiamano convinti che per mangiare al ristorante sia necessario un tampone negativo, che il Green Pass non basti. In questi giorni andiamo avanti con i pranzi, grazie ai clienti che si fermano nella pausa dal lavoro, mentre alla sera il locale è praticamente vuoto. Siamo abbastanza rassegnati, ma c'è poco da fare".
E se Sam Boutriq nutre ancora qualche speranza per il 31 dicembre, al "Covo Nord Ovest" di Malgrate si è già presa la decisione di chiudere i battenti. "A Natale ci abbiamo provato, ma era la prima volta per noi e non abbiamo avuto un afflusso particolarmente elevato: con questa situazione, poi, è tutto più complesso, anche gestire i controlli e verificare che tutte le norme siano rispettate non è affatto semplice" ci ha confidato Walter Onori, responsabile di sala. "A San Silvestro, quindi, riposeremo, anche perchè di richieste non ne sono arrivate moltissime, e ovunque si sente parlare di disdette. In ogni caso il giorno di Capodanno riapriremo come di consueto, saltando dunque solo il cenone del 31. E poi ci rimetteremo alla decisioni del Governo, ma se dovessero scattare ulteriori restrizioni si rischierebbe il caos: per il nostro settore sarebbe un danno irreparabile, molte realtà sono in sofferenza o hanno già chiuso, quindi le preoccupazioni non mancano".
Sembra invece conservare un pizzico di ottimismo in più Marco della Taverna ai Poggi di Acquate, soddisfatto del Natale appena trascorso e in attesa dell'ultima serata dell'anno, per cui è stato confermato il cenone con... i giochi da tavolo, originale alternativa a canti e balli. "Finora abbiamo avuto solo una disdetta, per un totale di sei persone" ci ha spiegato il responsabile di sala. "Al momento è difficile sapere come andranno le prossime settimane, personalmente non ne ho idea. Ovviamente ci dispiacerebbe dover limitare l'attività o chiudere, ma se entrassero in vigore norme diverse non potremmo fare altro che seguirle".
E quest'oggi da Marco Caterisano (FIPE Lecco) è arrivato anche l'appello ai gestori di bar e ristoranti a prestare la massima attenzione in vista dei festeggiamenti per San Silvestro, ricordando che "nei locali dove è prevista la musica gli avventori presenti dovranno stare seduti ai tavoli", essendo "vietato qualsiasi tipo di ballo all'interno". Sempre con un occhio di riguardo anche al rischio assembramenti e alla musica, che nel capoluogo andrà spenta alle 24.00 dato che l'Amministrazione Comunale non ha stabilito la deroga acustica fino alle 2.00 dell'1 gennaio. Ma al di là delle nuove misure, è la situazione generale a preoccupare gli imprenditori, a pochi giorni da un Capodanno che si preannuncia ben poco "vivace" e dall'inizio di un 2022 ancora pieno di incertezze.
"In questi giorni, solitamente intensi, abbiamo occupato circa il 30% dei coperti consentiti, e probabilmente la situazione si ripeterà uguale il 31 e l'1, tanto che stiamo persino valutando di chiudere nel fine settimana per evitare di lavorare in perdita" ha commentato Sam Boutriq, titolare del "Soqquadro" in piazza Era a Pescarenico. "Le cose potrebbero andare un po' meglio al Surreal (l'altro locale di sua proprietà, in via Mascari, ndr.), dato che in centro c'è più movimento, ma non ci aspettiamo grandi cose, quella di venerdì sarà una serata come le altre. Penso che a breve ci attenderanno altre restrizioni, per esempio ulteriori limiti alla capienza come nei mesi scorsi, ma non potremo fare altro che adeguarci".
A ridurre il numero dei clienti, qui come altrove, sono soprattutto le tante disdette, che sembrano aumentare di giorno in giorno. "Per il 31 siamo passati da 120 a 60 prenotazioni, e siamo solo a martedì" ci ha detto Paolo Redaelli del "Kalkerin" (e "Barbera & Champagne") di Garlate, dicendosi moderatamente soddisfatto della giornata di Natale - "pur con un calo evidente del lavoro" - ma non di quella di Santo Stefano, "la prima in assoluto senza tavoli riservati in anticipo". "Anche io penso che a inizio anno qualcosa cambierà, la zona gialla è nell'aria" ha aggiunto, confermando il pensiero del collega Roberto Cantù dell'omonima trattoria a Olginate. "Io temo che ci faranno direttamente chiudere, dopo il 10" ha commentato quest'ultimo. "Per gennaio non sarebbe una tragedia perchè solitamente è un mese molto tranquillo, almeno per noi, ma chiaramente non potremmo andare avanti così a lungo. A Natale, con le tante cancellazioni, abbiamo fatto una sessantina di coperti sui circa 90 previsti inizialmente, mentre per il 31 ne sono già saltati 40 su 120: alcuni disdicono perchè contagiati, altri perchè in quarantena, altri ancora per paura. In più c'è tanta confusione, in molti ci chiamano convinti che per mangiare al ristorante sia necessario un tampone negativo, che il Green Pass non basti. In questi giorni andiamo avanti con i pranzi, grazie ai clienti che si fermano nella pausa dal lavoro, mentre alla sera il locale è praticamente vuoto. Siamo abbastanza rassegnati, ma c'è poco da fare".
E se Sam Boutriq nutre ancora qualche speranza per il 31 dicembre, al "Covo Nord Ovest" di Malgrate si è già presa la decisione di chiudere i battenti. "A Natale ci abbiamo provato, ma era la prima volta per noi e non abbiamo avuto un afflusso particolarmente elevato: con questa situazione, poi, è tutto più complesso, anche gestire i controlli e verificare che tutte le norme siano rispettate non è affatto semplice" ci ha confidato Walter Onori, responsabile di sala. "A San Silvestro, quindi, riposeremo, anche perchè di richieste non ne sono arrivate moltissime, e ovunque si sente parlare di disdette. In ogni caso il giorno di Capodanno riapriremo come di consueto, saltando dunque solo il cenone del 31. E poi ci rimetteremo alla decisioni del Governo, ma se dovessero scattare ulteriori restrizioni si rischierebbe il caos: per il nostro settore sarebbe un danno irreparabile, molte realtà sono in sofferenza o hanno già chiuso, quindi le preoccupazioni non mancano".
Sembra invece conservare un pizzico di ottimismo in più Marco della Taverna ai Poggi di Acquate, soddisfatto del Natale appena trascorso e in attesa dell'ultima serata dell'anno, per cui è stato confermato il cenone con... i giochi da tavolo, originale alternativa a canti e balli. "Finora abbiamo avuto solo una disdetta, per un totale di sei persone" ci ha spiegato il responsabile di sala. "Al momento è difficile sapere come andranno le prossime settimane, personalmente non ne ho idea. Ovviamente ci dispiacerebbe dover limitare l'attività o chiudere, ma se entrassero in vigore norme diverse non potremmo fare altro che seguirle".
B.P.