In viaggio a tempo indeterminato/191: è tutto molto strano

Dopo 3 anni in viaggio siamo rientrati in Italia.
Abbiamo riabbracciato le nostre famiglie, ci siamo riempiti di cibo e abbiamo iniziato a prepararci per una nuova avventura.
Dormire in un letto, tra 4 mura, con un bagno nella porta accanto, è stato inizialmente uno shock.
Ma ci sono state anche altre situazioni a cui non eravamo più abituati.
In Italia sono cose così semplici e banali che normalmente non ci si fa nemmeno caso.
Ma dopo essere stati all'estero per tanto tempo, ci siamo resi conto di quanto certe piccolezze non siano affatto così scontate.

VIDEO


La prima è sicuramente l'acqua potabile che scende dal rubinetto.
Chi ci faceva più caso in Italia? Noi di certo no.
Ma dopo anni di boccioni riempiti, di denti lavati con l'acqua di una bottiglia e di docce fatte tenendo la bocca ermeticamente chiusa, ecco che aprire il rubinetto senza il timore di un virus intestinale, diventa un inestimabile tesoro.
Quanta magia c'è nel prendere un bicchiere, alzare una maniglia, vedere l'acqua che rapidamente lo riempie e poi bere.
Siamo tra i pochi fortunati nel mondo ad avere questo privilegio ma il fatto che sia  davanti a noi tutti i giorni, forse ce lo fa dimenticare.
E finiamo per sprecarlo questo enorme tesoro.
Io ho deciso che ogni volta che mi avvicinerò a un lavandino prima di aprire l'acqua ripenserò a quella signora del Myanmar che si portava un enorme vaso pieno d'acqua sulla testa e mi sorrideva mentre camminava sotto il sole caldo.

Buttare la carta igienica nel WC.
In pochissimi Paesi del mondo si può fare. Nella maggior parte dei casi, infatti, la carta igienica va gettata in un apposito cestino.
Appena rientrata in Italia, dopo aver  fatto pipì, mi guardavo attorno alla ricerca del famoso contenitore.
Era diventata per me un'azione meccanica fatta senza farci più caso.
E devo ammettere che, la prima volta, vederla scendere trasportata dal forte getto d'acqua, mi è sembrato così sbagliato.
Dove andrà a finire? Speriamo non in mare!
Per restare sempre in tema, come non parlare del bidet.
Orgoglio nazionale e praticamente inesistente nel resto del mondo.
Ti accorgi della sua praticità solo quando non ce l'hai più.



"Ma sono sempre state così basse e piccole o ci siamo ingranditi noi?" È stata la prima cosa che mi ha chiesto Paolo.
Appena usciti dall'aeroporto di Bergamo, infatti, siamo rimasti colpiti da quanto fossero basse e piccole le macchine italiane.
In confronto ai mezzi a cui eravamo abituati negli Stati Uniti e in Messico, la vecchia Micra di mia mamma sembrava una macchinina giocattolo.
Non eravamo più pronti a dover piegare le ginocchia per uscire dall'abitacolo.
Persino Carmencita, uno dei veicoli più piccoli circolanti negli USA, era un gigante in confronto alle macchine che vedevo circolare sulle strade bergamasche.



E ora vorrei parlare degli sguardi.
È stranissimo anche per me perché in trenta e passa anni non ci avevo mai fatto caso.
Le persone ti fissano moltissimo in Italia.
Non ero più abituata agli sguardi diretti.
E le prime volte che mi è capitato, ho salutato "l'osservatrice" con un "buongiorno" caloroso perché ero convinta fosse una qualche conoscente di cui non ricordavo il nome.
Rendendomi poi conto che era impossibile che io avessi una cerchia tanto ampia di conoscenti, ecco che ho iniziato a notare gli sguardi.
Nel viaggio spesso mi era successo di incrociare gli occhi curiosi di altre persone, soprattutto donne, che mi vedevano così diversa da loro da trovare curioso e bizzarro il mio modo di vestire o parlare.
Quelle occhiate, però, erano genuine e piene di una sana curiosità, come fossero bambini che si ritrovano a guardare qualcosa di nuovo.
Qui in Italia, invece, gli sguardi sono diversi, non tanto curiosi ma molto più intensi.
Difficile descrivere la differenza a parole.
Rientrare dopo tanti anni di lontananza è stato strano. Da un lato tutto sembra essere rimasto uguale, dall'altro ti rendi conto che molto è cambiato.
O forse siamo solo noi che ora guardiamo casa con il mondo negli occhi.
Angela e Paolo
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.