PAROLE CHE PARLANO/5

Presepio

Oggi è Natale, un momento straordinario per tutti i cristiani. È indubbio che sia stato trasformato nel tempo in un periodo di festa fin troppo laica e consumistica, anche se in questo 2020 sarà più austero e forse più vicino allo spirito originario: la gioia per la nascita di Gesù.
Sappiamo che le raffigurazioni della natività risalgono ai primi secoli dopo Cristo: la più antica è del III secolo, e si trova nelle catacombe romane di Priscilla. Ma è noto a tutti che la prima ricostruzione tridimensionale fu voluta da san Francesco a Greccio, nel 1223, dopo il suo ritorno dalla Terra Santa. Si tratta anche del primo presepio vivente mai allestito.
Da allora si è diffuso nel mondo, diventando patrimonio della cristianità.
Proprio nell'etimologia della parola presepio, o presepe, ritroviamo lo spirito del Natale. Ha derivazione latina: prae, innanzi e saepes, recinto, siepe. Quindi significa letteralmente luogo recintato da una siepe, e pertanto anche stalla, mangiatoia. Secondo i Vangeli, il Messia tanto atteso non nasce infatti tra gli sfarzi e i lussi di una reggia, ma in perfetta umiltà, nel luogo più misero: una greppia, cioè un presepio.
Secondo l'evangelista Luca, a cui Alessandro Manzoni si ispirò per una sua poesia, Gesù alla sua nascita fu deposto proprio in una mangiatoia:

La mira Madre in poveri
panni il Figliol compose,
e nell'umil presepio
soavemente il pose;
e l'adorò: beata!

(da "Il Natale" di A. Manzoni)
Rubrica a cura di Dino Ticli
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