In viaggio a tempo indeterminato/156: a Key West tra ossa, pirati e galli

Barche naufragate, centinaia di ossa umane e galli ovunque...
Detta così può sembrare la descrizione di un luogo orribile uscito da un cruento libro sulle avventure dei pirati.
Uno di quei posti dove nessuno vorrebbe mai andare se non sotto tortura.
Se invece parlassi di spiagge bianche, tramonti da sogno, acque limpide in cui tuffarsi, galli ovunque… beh, cambierebbe tutto.
Quell’inferno si trasformerebbe improvvisamente in un paradiso, uno di quei paesaggi da cartolina con la scritta “manchi solo tu”.
Eppure si tratta esattamente dello stesso posto, o sarebbe meglio dire della stessa isola.
Key West, l’ultima delle isole Keys in Florida, il punto più a sud degli Stati Uniti continentali.
La U.S. Route 1 inizia, o finisce, proprio qui, da questo puntino di terra grande 13 km quadrati.

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Guardando ora le case di legno dai colori pastello, con il porticato e le sedie a dondolo, è strano pensare al nome originario di questa isola.
Key West, infatti, non è stata chiamata così perché la più a est delle isole Keys.
Il suo nome è una storpiatura dello spagnolo “Cayo Hueso” cioè isola delle ossa.
Fu così chiamata dai primi colonizzatori spagnoli quando, sbarcati su questa isoletta in mezzo al mare, trovarono centinaia di scheletri.
I nativi americani che abitavano qui, infatti, usavano l’isola come cimitero.



Ma, se non bastasse il nome “isola delle ossa”, a rendere misterioso questo luogo, ci si mette anche il suo passato. Proprio come nelle migliori storie di pirati, Key West era un tempo la più ricca cittadina degli Stati Uniti.
Non perché ci fosse un tesoro sepolto da qualche parte, ma perché gli abitanti si arricchivano svaligiando le navi naufragate e rivendendo all’asta quanto trovato a bordo.
Erano praticamente dei “pirati di terra” che non avevano nemmeno bisogno di andare a dare la caccia alle navi dato che moltissime si incagliavano nella zona di mare proprio di fronte all’isola.


Ossa, navi naufragate e che c’entrano i galli?
Passeggiando per Key West è impossibile non notarli. Galli, galline e pulcini scorrazzano liberamente su tutta l’isola, attraversano veloci le strade, si sdraiano all’ombra delle palme e si avvicinano in cerca di briciole.
Era dal Messico che non vedevamo degli animali in libertà.
Questi pennuti “chicchiricanti” non appartengono a nessuno in particolare, sono liberi abitanti dell’isola.
Gli antenati dei galli che si vedono oggi, sono stati portati a Key West dai cittadini cubani, emigrati qui nel 1860. Sapendo di andare a vivere in un luogo isolato, i cubani portarono con sé le galline per le uova e la carne e i galli per farli combattere tra loro.
Quando nel 1970 il combattimento tra galli venne vietato negli USA, questi volatili vennero considerati specie protette e liberati nelle strade delle città.
Ancora oggi, dopo cinquant’anni, uccidere un gallo di Key West è considerato un reato.
Un po’ come le mucche in India, per fare un paragone alquanto azzardato.
Questo ovviamente ha creato non pochi disagi agli abitanti dell’isola che in poco tempo si sono trovati letteralmente invasi da galli e galline.
Per risolvere il problema, il Key West Wildlife Center ha iniziato una campagna di adozione.
Chiunque risieda fuori dalle isole Keys può adottare un gallo o una gallina, a patto che firmi un documento in cui assicura che il volatile verrà trattato come animale da compagnia e non ucciso per la sua carne.
I galli vengono affidati con tanto di lettera scritta dal sindaco e certificato che si tratti di un autentico  “Key West Gypsy Chicken”.
Insomma, un souvenir decisamente originale.



Lasciando da parte le ossa, i pirati e i galli, Key West è un vero paradiso.
Spiagge bianche e acque cristalline come non ne vedevamo dai Caraibi messicani.
Insomma, due facce della stessa isola.
E’ proprio vero che ogni cosa dipende dal punto di vista con cui la si guarda.
Si può scegliere di vedere un’isola come invasa dai pennuti o come piena di spiagge paradisiache, stesso posto due immagini diverse.
E alla fine è così anche la vita, se lo guardiamo dall’angolazione giusta cambia ogni cosa e anche un momento buio diventa solo un’ombra dietro una splendida luce.
Come diceva Jarabe De Palo…
“Dipende, da che dipende
Da che punto guardi il mondo tutto dipende”
Angela e Paolo
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