In viaggio a tempo indeterminato/117: storie da San Juan Chamula
C’è un paesino qui in Messico dove in chiesa si bevono Coca Cola e un liquore simile alla grappa.
Sempre nello stesso paesino le donne indossano lunghe gonne di pelo di pecora mentre parlano in una lingua stranissima, simile a quella usata dai Maya.
Il baratto come metodo di scambio e il linciaggio in piazza tra le pene.
In questo folle paesino chiamato San Juan Chamula noi ci abbiamo passato il carnevale ed è stata una delle feste più folli a cui abbiamo mai partecipato.
https://youtu.be/Ub2mUMaguuE
Sempre nello stesso paesino le donne indossano lunghe gonne di pelo di pecora mentre parlano in una lingua stranissima, simile a quella usata dai Maya.
Il baratto come metodo di scambio e il linciaggio in piazza tra le pene.
In questo folle paesino chiamato San Juan Chamula noi ci abbiamo passato il carnevale ed è stata una delle feste più folli a cui abbiamo mai partecipato.
https://youtu.be/Ub2mUMaguuE
San Juan Chamula è uno di quei posti nel mondo in cui in un attimo ci siamo sentiti catapultati in un’epoca completamente differente. Ci è bastato scendere dal combi, il taxi condiviso, per capire che c’era qualcosa di particolare e folle in quelle strade.
Le persone ci osservavano ma più che per curiosità era capire se volevamo fare delle foto.
A San Juan, infatti, è assolutamente vietato fare foto e video nella chiesa e durante gli eventi religiosi. La pena è una multa e il ritiro del telefono/fotocamera, ma può anche portare alla reclusione nella prigione locale.
Insomma, diciamo che non eravamo molto tranquilli nel fare foto e video.
E così abbiamo optato per tirare fuori il telefono solo quando non eravamo i soli a farlo... nel caso avremmo avuto compagnia anche in prigione.
Il paesino di San Juan è molto piccolo e all’apparenza può sembrare un qualunque paesino di montagna.
Ma solo finché non si entra nella piccola chiesa bianca e verde...Un luogo mistico e magico allo stesso tempo.
Superato il controllo dei due uomini con il sombrero, entriamo dalla porta di legno della chiesa.
Ci vengono i brividi per quello che vediamo.
L’interno è scuro e buio e le pareti sono annerite.
Il pavimento è completamente ricoperto di aghi di pino, simbolo della fertilità della terra, e non ci sono panche per sedersi.
Migliaia di piccole candele accesse e le persone sedute a terra ad osservarle e a ripetere delle cantilene.
Sulle pareti laterali decine di statue di Santi, ognuna con uno specchio al collo.
In questa chiesa non ci sono messe né preti.
Le persone si radunano qui, ogni giorno, per essere guarite dai loro mali.
I Chamula, infatti, quando sono malati si affidano a un santone che dice loro cosa fare a seconda del male da curare.
Per cose piccole possono bastare delle preghiere e parecchie candele.
Per mali più gravi, invece, è necessario seguire dei riti più complessi.
Osserviamo attentamente un gruppetto di persone radunate in chiesa.
A guidare le preghiere uno stregone santone che davanti a un tappeto di candele, agita bottiglie di birra e di bevande gassate.
Si crede infatti, che la Coca Cola e le bevande gassate, aiutino a guarire dal
male che verrebbe espulso dal corpo attraverso il rutto... sì esatto, il rutto!
La gente resta in ascolto della preghiera, attenta, con lo sguardo fisso sulle candele.
Finché il santone non distribuisce le bibite e il liquore chiamato posh, e tutti bevono come fossero in un bar.
Quando il male è però molto molto grave, la Coca Cola non basta e così si ricorre a un pollo. L’animale vivo e tenuto per le zampe viene passato più volte sulle candele e sul corpo del malato in modo che assorba il suo male.
A termine delle preghiere viene sacrificato.
Il pollo viene poi sepolto fuori dalla casa del malato.
Dobbiamo ammetterlo... nel nostro lungo viaggio abbiamo trovato pochissimi posti che ci hanno sconvolto, affascinato, incuriosito e commosso così tanto come questa piccola chiesa.
Siamo rimasti ore lì dentro ad osservare le persone e la sensazione che abbiamo provato era strana.
Avremmo voluto per un attimo poter leggere i pensieri di quelle donne anziane che con le loro lunghe gonne di pelo di pecora se ne stavano sedute per terra tra gli aghi di pino in quella chiesa.
Siamo tornati a San Juan Chamula per 3 volte attratti da tutta quella follia.
E ci siamo anche infilati in un carnevale con uomini scimmia dai costumi colorati che saltavano a destra e sinistra agitando bastoni.
Con i tori fatti correre all’impazzata in una piazza pienissima di gente piuttosto ubriaca.
La stessa piazza dove l’accesso era vietato a qualunque mezzo a motore e così persino l’ambulanza che, a sirene spiegate provava a passare, è stata fermata e presa a bastonate.
Ma la situazione più folle è avvenuta durante una cerimonia religiosa con delle bandiere.
In mezzo a quel caos qualcuno ha urlato “camera” e decine di persone si sono messe a correre in direzione di quel pazzo che ha avuto l’incosciente idea di fare una foto proprio in quel momento... con i Chamula non si scherza, nemmeno a carnevale!
Le persone ci osservavano ma più che per curiosità era capire se volevamo fare delle foto.
A San Juan, infatti, è assolutamente vietato fare foto e video nella chiesa e durante gli eventi religiosi. La pena è una multa e il ritiro del telefono/fotocamera, ma può anche portare alla reclusione nella prigione locale.
Insomma, diciamo che non eravamo molto tranquilli nel fare foto e video.
E così abbiamo optato per tirare fuori il telefono solo quando non eravamo i soli a farlo... nel caso avremmo avuto compagnia anche in prigione.
Ma solo finché non si entra nella piccola chiesa bianca e verde...Un luogo mistico e magico allo stesso tempo.
Superato il controllo dei due uomini con il sombrero, entriamo dalla porta di legno della chiesa.
Ci vengono i brividi per quello che vediamo.
L’interno è scuro e buio e le pareti sono annerite.
Il pavimento è completamente ricoperto di aghi di pino, simbolo della fertilità della terra, e non ci sono panche per sedersi.
Migliaia di piccole candele accesse e le persone sedute a terra ad osservarle e a ripetere delle cantilene.
Sulle pareti laterali decine di statue di Santi, ognuna con uno specchio al collo.
In questa chiesa non ci sono messe né preti.
Le persone si radunano qui, ogni giorno, per essere guarite dai loro mali.
I Chamula, infatti, quando sono malati si affidano a un santone che dice loro cosa fare a seconda del male da curare.
Per cose piccole possono bastare delle preghiere e parecchie candele.
Per mali più gravi, invece, è necessario seguire dei riti più complessi.
Osserviamo attentamente un gruppetto di persone radunate in chiesa.
A guidare le preghiere uno stregone santone che davanti a un tappeto di candele, agita bottiglie di birra e di bevande gassate.
Si crede infatti, che la Coca Cola e le bevande gassate, aiutino a guarire dal
male che verrebbe espulso dal corpo attraverso il rutto... sì esatto, il rutto!
La gente resta in ascolto della preghiera, attenta, con lo sguardo fisso sulle candele.
Finché il santone non distribuisce le bibite e il liquore chiamato posh, e tutti bevono come fossero in un bar.
Quando il male è però molto molto grave, la Coca Cola non basta e così si ricorre a un pollo. L’animale vivo e tenuto per le zampe viene passato più volte sulle candele e sul corpo del malato in modo che assorba il suo male.
A termine delle preghiere viene sacrificato.
Il pollo viene poi sepolto fuori dalla casa del malato.
Dobbiamo ammetterlo... nel nostro lungo viaggio abbiamo trovato pochissimi posti che ci hanno sconvolto, affascinato, incuriosito e commosso così tanto come questa piccola chiesa.
Siamo rimasti ore lì dentro ad osservare le persone e la sensazione che abbiamo provato era strana.
Avremmo voluto per un attimo poter leggere i pensieri di quelle donne anziane che con le loro lunghe gonne di pelo di pecora se ne stavano sedute per terra tra gli aghi di pino in quella chiesa.
Siamo tornati a San Juan Chamula per 3 volte attratti da tutta quella follia.
E ci siamo anche infilati in un carnevale con uomini scimmia dai costumi colorati che saltavano a destra e sinistra agitando bastoni.
Con i tori fatti correre all’impazzata in una piazza pienissima di gente piuttosto ubriaca.
La stessa piazza dove l’accesso era vietato a qualunque mezzo a motore e così persino l’ambulanza che, a sirene spiegate provava a passare, è stata fermata e presa a bastonate.
Ma la situazione più folle è avvenuta durante una cerimonia religiosa con delle bandiere.
In mezzo a quel caos qualcuno ha urlato “camera” e decine di persone si sono messe a correre in direzione di quel pazzo che ha avuto l’incosciente idea di fare una foto proprio in quel momento... con i Chamula non si scherza, nemmeno a carnevale!
Angela e Paolo