In viaggio a tempo indeterminato/38: il bello della 'Sharing Economy'

Dormire su un divano a casa di sconosciuti dall’altra parte del mondo. Fare qualche ora di pulizie in un ostello in Malesia in cambio di vitto e alloggio. Salire sulla macchina o sulla barca di perfetti estranei per raggiungere la casa al mare. Farsi prestare una fotocamera per andare in vacanza e poi restituirla a quel ragazzo che fino al giorno prima non si conosceva nemmeno. Mangiare un piatto di spaghetti al tavolo con dei nuovi amici incontrati solo in internet. Questi sono alcuni esempi di quella che è stata definita “Sharing Economy”, l’economia della condivisione. Si può applicare a ogni ambito e probabilmente qualcuno già l’ha sperimentata, senza neanche sapere che si chiama così! Alla base c’è un semplice principio: ho qualcosa che non uso e lo metto a disposizione in cambio di altro. Una sorta di baratto 2.0 in cui non ci si scambiano oggetti ma esperienze e conoscenze. Ovviamente questa forma di economia si sposa perfettamente con il viaggio che è di per sè già una forma di condivisione. E così, un po’ per curiosità e un po’ per caso, anche noi abbiamo provato cosa volesse dire concretamente “Sharing Economy”. La nostra prima esperienza è stata in Thailandia. Tramite il famoso sito Couchsurfing, ci siamo messi in contatto con Mallika e Tam. Nel loro profilo scrivevano: “Mettiamo a disposizione un letto nella nostra casa e in cambio ci piacerebbe conoscere la cultura di un Paese diverso dal nostro e parlare l’inglese.” Perfetto, proprio quello che cercavamo per iniziare questa esperienza di condivisione. E così, qualche giorno e qualche messaggio dopo, eccoci scendere dal treno alla stazione di un piccolo paesino sperduto nel sud della Thailandia. Tam ci viene a prendere con la sua macchina azzurra. Fa il poliziotto, e questo già un po’ ci tranquillizza. In più ha una faccia simpatica e ride continuamente. Neanche a dirlo, dopo due minuti lui e Paolo stanno già parlando di squadre di calcio, come se si conoscessero da sempre.



La casa, che è anche un bar/ristorante, è davvero molto bella. Avevamo letto le recensioni di ospiti precedenti, ma non ci aspettavamo davvero una sistemazione così perfetta. Rimaniamo da Tam e Mallika per 3 giorni. All’inizio, dobbiamo essere sinceri, ci sentivamo un po’ in imbarazzo. Ci sembrava di “scroccare” e l’idea non ci metteva molto a nostro agio. Non capivamo bene perché avessero deciso di aprire la loro casa a degli sconosciuti. Così abbiamo chiesto a loro. Ci hanno spiegato che a loro quel divano letto vuoto non serviva a nulla e mettendolo a disposizione dei viaggiatori che passavano di lì, ci guadagnavano. Guadagnavano?? Sì perché così facendo, non solo conoscevano il mondo attraverso i racconti delle persone che dormivano lì, ma sapevano che quando sarebbe stato il loro momento per viaggiare avrebbero trovato amici e divani pronti ad ospitarli! Se ci avessimo pensato prima, quel divano letto che avevamo a casa chiuso a prendere polvere, ci avrebbe dato modo di conoscere nuove interessanti persone. Dopo questa prima avventura di condivisione decisamente positiva, abbiamo alzato un po’ l’asticella.



Adesso infatti siamo in una guesthouse a George Town, in Malesia. La mattina spazzolone e aspirapolvere per un'oretta. Poi qualche ora in reception durante il giorno. E in cambio possiamo dormire in un’antica casa cinese in legno, con le lanterne rosse di carta appese al soffitto e i pavimenti scricchiolanti che raccontano una storia. Davvero niente male questa “Sharing Economy”!

Se volete continuare a seguirci ogni giorno, ci trovate sulla pagina Facebook BEYOND THE TRIP oppure ogni settimana su LeccoOnline.
Angela e Paolo
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.