In viaggio a tempo indeterminato/28: sull'isola dei pirati...
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In questo nostro lungo viaggio ci siamo accorti che ci sono 3 tipi diversi di luoghi.
Ci sono quelli che sogniamo di vedere da sempre e solo al pensiero riusciamo già a immaginarceli. A questa categoria appartengono, ad esempio, i templi di Bagan in Birmania, Ha Long Bay in Vietnam o Angkor Wat in Cambogia. Sono così famosi e affascinanti che da soli valgono un viaggio nel Paese che li ospita. Per noi sono le tappe imperdibili, quelle che ci fanno dire: "ma ti rendi conto di dove siamo??"
Poi ci sono i luoghi di cui abbiamo sentito parlare ma per i quali non abbiamo un'idea chiara di cosa aspettarci. Luang Prabang in Laos o Hoi An e le sue lanterne sono tra questi. Qualche volta ci hanno deluso, altre ci sono piaciuti tantissimo.
E il terzo tipo di luoghi sono quelli di cui non conosciamo l'esistenza fino al giorno prima. In genere ci capitiamo per un cambio di programma o perché abbiamo un po' di tempo e "che dici andiamo a vedere cosa c'è lì?" Non abbiamo aspettative quindi il vantaggio è che non possiamo rimanere delusi. Ci affascinano particolarmente questi posti, perché ci sentiamo come se stessimo per scoprire un tesoro nascosto.
E per rimanere in tema di tesori, Dao Hai Tac - L'isola dei Pirati, appartiene proprio a questa categoria.
Quando abbiamo pensato all'itinerario da seguire nel sud del Vietnam, avevamo inserito l'isola di Phu Quoc vicino al confine con la Cambogia. Siamo arrivati fino alla cittadina sulla costa da cui partono i traghetti. Ma insieme a noi e ai nostri due zaini, sono venute anche le piogge... e che piogge! Scrosci fortissimi e inaspettati con tanto di vento che piega le palme. Insomma non le condizioni migliori per stare 5 ore su un traghetto in mezzo al mare. E così abbiamo iniziato a pensare a un'alternativa e leggendo qua e là abbiamo trovato l'Isola dei Pirati.
Aspetti positivi: a un'ora di barca dalla costa e aperta al turismo straniero solo da due mesi, ma soprattutto un nome stupendo.
Aspetti negativi: chissà cosa ci sarà. Carichi come non mai, ci siamo imbarcati su quel traghetto con la speranza di trovare appunto un tesoro. E così è stato. Abbiamo scoperto un'isoletta abitata solo da un centinaio di persone, soprattutto pescatori. Vivono in baracche di lamiera che guardano il mare e ogni notte, con le loro barche azzurre sgangherate vanno a pescare. Ci siamo fermati una notte al villaggio e siamo stati catapultati in un altro mondo. L'elettricità solo dalle 18 alle 21. Niente acqua corrente ma bidoni che raccolgono quella piovana. I suoni forti del mare, degli uccelli, del vento e della pioggia (sì, ci ha seguito anche lì!). E poi loro, gli abitanti dell'isola, il vero tesoro...
Eravamo gli unici stranieri quella sera e ci hanno fatto sentire come delle star. "Hello" urlati da ogni casa. Bambini che ci rincorrevano per giocare. Inviti a sederci su piccole sedie di plastica, a mangiare frutta o a bere un caffè. Tutti sapevano della nostra presenza, anche il gelataio in motorino che ci scampanellava ogni volta che ci vedeva.
Un piccolo puntino sulla mappa, di cui non conoscevamo nemmeno l'esistenza fino al giorno prima, è diventato uno dei ricordi più dolci e belli di questo nostro viaggio.
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Angela e Paolo